giovedì 6 ottobre 2016

Il Matrimonio


Sguardi, saluti, strette di mano, abbracci.
Parole bisbigliate nell’imbarazzante vuoto che lasciano, eppure solenni nella consapevolezza che recano.
Campane al vento. Note d’organo. Profumo di rose.
Volti scomparsi da chissà quanti anni che improvvisamente riemergono come dal nulla, facce scolpite dall’opera del tempo, capelli d’argento custodi di memorie fertili ancora da seminare. Persone sempre esistite, vicine e lontane, perse e ritrovate, improvvisamente insieme, richiamate all’ordine da una volontà superiore, in un giorno che dovrebbe vestirsi di grigio ma che per dispetto si copre di sole.
Un primo pallido raggio basta a scaldare l’umore e gli abiti neri si fanno colore. Un velo bianco scende adagio sulle spalle di tutti e quel profumo d’incenso che soffocava i petti si eleva nell’aria liberando i cuori.
Il sorriso vince. 
Rose bianche senza spine. Sembra un matrimonio, certamente senza fine.

E lui è lì che guarda, che saluta, che stringe le mani. Abbraccia tutti, improvvisamente insieme, in un giorno che per dispetto si copre di sole.