giovedì 6 ottobre 2016

Il Matrimonio


Sguardi, saluti, strette di mano, abbracci.
Parole bisbigliate nell’imbarazzante vuoto che lasciano, eppure solenni nella consapevolezza che recano.
Campane al vento. Note d’organo. Profumo di rose.
Volti scomparsi da chissà quanti anni che improvvisamente riemergono come dal nulla, facce scolpite dall’opera del tempo, capelli d’argento custodi di memorie fertili ancora da seminare. Persone sempre esistite, vicine e lontane, perse e ritrovate, improvvisamente insieme, richiamate all’ordine da una volontà superiore, in un giorno che dovrebbe vestirsi di grigio ma che per dispetto si copre di sole.
Un primo pallido raggio basta a scaldare l’umore e gli abiti neri si fanno colore. Un velo bianco scende adagio sulle spalle di tutti e quel profumo d’incenso che soffocava i petti si eleva nell’aria liberando i cuori.
Il sorriso vince. 
Rose bianche senza spine. Sembra un matrimonio, certamente senza fine.

E lui è lì che guarda, che saluta, che stringe le mani. Abbraccia tutti, improvvisamente insieme, in un giorno che per dispetto si copre di sole.

martedì 4 ottobre 2016

Viaggio senza bagaglio


Uno, due, tre … sette, otto, nove.
Silenzio.
Uno, due, tre … sette, otto, nove.
Un altro silenzio. Più lungo stavolta.
La soffice coperta di lana sottolinea il profilo del torace che per nove volte consecutive pompa aria e poi improvvisamente si ferma, come per riprendere fiato dopo una corsa affannosa.
Quella per la vita, forse.
Si ferma e poi silenziosamente ricomincia a pompare, su e giù, sempre fino a nove.
E vien spontaneo a tutti seguire quel ritmo cadenzato nell’aria rarefatta, inspirare, espirare e trattenere il fiato assecondando l’apnea che per un infinito istante precipita il corpo nel sonno.
Ma la coperta si rigonfia instancabile sotto il calore della carne e tutti attorno, insieme, respiriamo il sollievo dell’insperato andirivieni.
La vera coperta, però, non è quella di lana che si riempie e si svuota di speranza. La vera coperta è quella tessuta dalle carezze e dagli sguardi amorevoli di chi veglia attento, testimone di un tempo che non si arresta, ritmato da un sonoro respiro che sarà per sempre scolpito nel cuore di chi resta.
Già, cuore. Sta tutta lì l’essenza della vita, ora che la mente vaga nel suo eterno viaggio senza bagaglio. Un cuore che non si rassegna, che bussa, che respira, che conta.
Uno, due, tre …
Silenzio.
Per sempre.


sabato 1 ottobre 2016

Piacere mistico


Anche nelle situazioni più penose, più sofferte e più lontane dalle gioie della carne, lui è presente in me. 
È come un sottofondo musicale che inneggia al puro godimento, una fibrillazione tellurica che erutta dal fuoco sempiterno della vita, un’energia mai spenta, mai silente, mai stanca di vibrare e far vibrare i miei sensi visceralmente mescolati ai suoi.
Anche quando dovrei piangere, pregare, compatire, il suo fluido incandescente scivola subdolo nel teatro uterino della mia mente e la resuscita al piacere mistico di un peccato senza colpa.
Un peccato celestiale, sublime che si autoassolve in un amplesso senza fine.

E ancora adesso, nuovamente, mi sciolgo come latte, scaldata dalle sue mani perse sui miei seni.