martedì 28 maggio 2013

Science For A Better Life



SCIENCE FOR A BETTER LIFE: LA SCIENZA A PORTATA DI MANO

Vietato non toccare alla Mostra Itinerante che celebra i primi 150 anni di Bayer


Il Gruppo Bayer – Azienda leader mondiale nella ricerca scientifica – festeggia quest’anno i suoi primi 150 anni. Una storia nata da una piccola fabbrica di coloranti nel distretto di Barmen a Wuppertal e approdata a quel che oggi è: un colosso che conta oltre 110.000 collaboratori in tutto il mondo ma soprattutto che conta sulla forza della tradizione e sul coraggio dell’innovazione.
Science For A Better Life è la bandiera di Bayer e oggi, oltre a indicare la mission del Gruppo nei settori tradizionali – medicina e agricoltura in prima linea – è anche l’arguto spunto di una mostra itinerante, uno dei tanti eventi con cui l’Azienda celebra l’anniversario.
Bayer Anniversary Tour ha aperto le porte al pubblico italiano il 28 maggio presso la sede di Viale Certosa che, per l’occasione, s’è trasformata in un museo interattivo, a metà tra il surreale e il fantascientifico. In realtà, si tratta di pura Scienza, raccontata con intelligenza e leggerezza attraverso le tappe di un percorso intrapreso da Bayer in questi 150 anni. 21 box espositivi, di circa 2 metri d’altezza, mostrano attraverso le lettere dell’alfabeto di 4 diversi colori le missioni concrete dell’Azienda nel mondo. Dalla “A” di Aspirina alla “E” di Efficienza energetica; dalla “R” di Riso alla “S” di Scienza; fino alle innovazioni nel campo medicina per la cura della donna e dei tumori, delle tecniche antisismiche per le nostre abitazioni, dell’alimentazione degli animali di cui ci nutriamo e della cura della terra che coltiviamo. Tutto questo, e molto di più, è racchiuso e svelato da ognuno dei Box che, attraverso tasti, schermi e joy-stick, invitano a dialogare con i contenuti per confrontarsi e imparare quanto impegno stia dietro al successo di Bayer.
“Nella maggior parte dei musei, ai visitatori viene intimato di non toccare – spiega Daniele Rosa, Direttore Comunicazione del Gruppo Bayer in Italia - ma per il tour dell’anniversario di Bayer questa regola non vale. La mostra è provvista di elementi espositivi come microscopi, camere a immagine termica, giochi digitali, tutto specificatamente ideato per essere toccato e sperimentato. Il concetto espositivo combina elementi di intrattenimento con elementi didattici per incoraggiare i visitatori ad interagire con quanto esposto.”
Tutti, infatti, sanno cosa sia un’aspirina. Ma quanti sanno cosa significhi realmente fare ricerca per migliorare la salute? Oltre al background scientifico e sociale espresso attraverso l’immediatezza tecnologia di ogni Box, il visitatore è invitato a giocare, a mettersi alla prova per riflettere, rispondendo a domande cui forse non ha mai pensato (per esempio quanto vale un grammo di sementi di pomodoro rispetto all’oro); oppure testando il proprio ritmo cardiaco, la trasmissione termica del proprio corpo o ancora la padronanza dello stress. E’ più facile, e soprattutto più divertente, a farsi che non a dirsi. E senz’altro è più istruttivo visitare la mostra che non apprenderne leggendo, perché la curiosità diventa creatività solo se si sposa con l’esperienza.
La prima tappa di Bayer Anniversary Tour è avvenuta lo scorso febbraio a Leverkusen e dopo quest’appuntamento milanese la mostra si sposterà a Barcellona, per poi toccare 25 città disseminate nei cinque continenti, attraverso mega container firmati Bayer.
Dopo la visita, resta una riflessione. In ognuno di quei Box alti poco più di due metri, in realtà è racchiuso un mondo: il mondo che abitiamo, di cui tuttavia non sempre siamo consapevoli. Un ottimo invito a scoprirlo, dunque, rivolto non solo agli adulti ma anche a coloro che lo saranno tra molti anni, perché i bambini possano toccare la Scienza e capire che essa è davvero a portata di mano.

giovedì 23 maggio 2013

Straordinario



… e quando tuo figlio diciassettenne ti dice:
“Mamma, io quest’anno in vacanza non voglio andare in Sardegna. Voglio andare in Africa, in un ospedale, a fare volontariato!”
… ecco che scopri d'aver contribuito a fare almeno una cosa straordinaria nella vita. 
Circa diciassette anni prima.

mercoledì 22 maggio 2013

L'abbraccio marsalese (versione a quattro mani)



I grandi eventi dell’enologia

Marsala, città europea del vino 2013

NELLA REGGIA DI BACCO TRA STORIA, ARTE, NATURA, SAPORI E NETTARI INEGUAGLIABILI.
di Paola Cerana e Giancarlo Roversi

Volete gustare un cocktail ammaliante? Prendete in parti uguali un sole meraviglioso e un mare scintillante e trasparente, di un colore che vira dal verde smeraldo all’intera gamma del blu. Aggiungete lunghe spiagge di sabbia dorata e uno sfondo ineguagliabile, quello delle isole Egadi, Favignana, Marettimo e Levanzo, che si stagliano all’orizzonte con le loro cime montuose. Aromatizzate con il sapore dell’archeologia, mettendo nello shaker una buona dose di vestigia greche e romane e un museo con preziosi reperti fra cui un’intera nave punica. Unite i tesori della storia e dell’arte: un museo degli arazzi di grande raffinatezza e tanti decorosi palazzi, chiese, ville. Insaporite con l’ambiente incontaminato delle saline, punteggiate di pittoreschi mulini a vento e di cumuli di sale grezzo che di sera al tramonto, quando il sole si nasconde dietro le Egadi, si ammantano di mille sfumature del rosa e dell’ocra. Incorporate nel cocktail la visuale dello Stagnone, uno specchio d‘acqua poco profondo attraversato da una strada romana che si scopre con la bassa marea e su cui galleggiano alcuni incantevoli fazzoletti incontaminati di terra: l’isola Lunga, l’isola di S. Maria e la Scola. Amalgamatele assieme a quel gioiello inestimabile che è l’isola di Mozia, sede di un antica città di cui rimangono poderosi avanzi e di un museo di straordinario interesse dove si ammira una delle opere più belle della scultura greca mediterranea: il Giovanetto di Mozia. E per finire miscelate con un’abbondante spruzzata di sapori inimitabili della cucina di mare e di terra e soprattutto di vini incomparabili che nascono in cantine monumentali, veri e propri templi al Dio Bacco, i cui nomi sono diventati famosi in tutto il mondo
Il cocktail è pronto. Il suo nome? Marsala.
A offrirlo è una delle più affascinanti regioni italiane, la Sicilia, nel suo lato occidentale, quello della provincia di Trapani che guarda la Tunisia. E a custodirne i segreti è la città di Marsala che poco più di 150 anni fa ha legato il suo nome a Garibaldi. Marsala più che una dimensione terragna è un sogno per l’atmosfera serena e armoniosa che si coglie girando per le sue strade, per il territorio che le sta alle spalle e lungo il mare che la fronteggia.

Vini inimitabili e altro ancora
Cullata tra le colline e il mare, la città rappresenta una meta turistica seducente che non si limita all’omonimo nettare che l’ha resa famoso nel mondo. La vicinanza strategica dell’aeroporto di Trapani, l’efficiente rete autostradale e i collegamenti con le Egadi incoraggiano l’esplorazione di un territorio desideroso di raccontarsi. Basta camminare per le strade lastricate di bianco e sostare nelle piazze barocche per leggere la storia di Marsala. Le origini fenicie s’intrecciano a dominanze gotiche, romane, arabe, normanne, sveve e spagnole: linguaggi differenti che attraverso l’architettura e l’arte infondono alla città una passionalità che conquista.
Il Museo di Baglio Anselmi, il Parco Archeologico, Porta Garibaldi, Piazza Loggia, il Convento del Carmine, il Museo degli arazzi e le stradine del Cassero rappresentano il primo volto di una città che invita alla  meditazione del tempo che fu. L’altro volto è quello di un presente effervescente e dinamico: il mercato, i winebar, i ristorantini e i teatri Sollima e Impero, attimi di svago al ritmo della storia. Infine, il terzo volto di Marsala, quello della natura. Immense distese di vigne e ulivi ondeggiano fino allo Stagnone, la Riserva marina naturale, che con i suoi mulini a vento sembra riprodurre immutata una tradizione tanto affascinante quanto preziosa, quella dell’estrazione del sale. Di fronte, Mozia e le Egadi completano questo palcoscenico di suggestive sfumature, teatro naturale apprezzato anche dagli sportivi più arditi, velisti e del kitesurfisti. Le note di un territorio così variegato s’accordano infine sul tema più godibile: l’enogastronomia. Gli itinerari proposti dalla “Strada del Vino” intrecciano sapori di mare e profumi di terra esaltando un’identità territoriale secolare espressa attraverso l’ospitalità degli hotel, dei bagli e del caldo abbraccio marsalese.

Marsala “Città del Vino 2013”
La Rete Europea delle Città del Vino (Recevin) ha assegnato a Marsala il titolo di Città europea del Vino 2013, ereditando il titolo da Palmela in Portogallo. Un motivo d’orgoglio in più, celebrato ufficialmente il 16 marzo e proiettato in un susseguirsi di eventi culturali, sportivi ed enogastronomici che animeranno il territorio fino a dicembre. Il programma è stato presentato dalle maestranze della Città al Teatro Impero, con un concerto pomeridiano del tenore Cristian Ricci seguito dall’inaugurazione del nuovo giardino di Piazza Vittoria, accanto al Villaggio del Gusto di Villa Cavallotti. I giochi d’artificio son stati il preludio di una stagione importante per Marsala che si fa portavoce dell’identità della Cultura Mediterranea. Il vino, infatti, è molto più di un prodotto prezioso per la tavola. E’ soprattutto un linguaggio: un filo conduttore che unisce nazioni e popoli, rafforzando l’identità territoriale anche attraverso l’amicizia con l’estero. Come sottolinea il sindaco Giulia Adamo riprendendo Tucidide “I popoli del Mediterraneo cominciarono a uscire dalla barbarie quando impararono a coltivare la vite e l’ulivo.” Ma il sindaco di Marsala non ha bisogno della saggezza antica per comunicare con determinazione il suo messaggio. “Sono certa – dice – che la Sicilia e l’Italia avranno positive ricadute economiche e d’immagine dal riconoscimento assegnato a Marsala. A breve nascerà anche il consorzio pubblico-privato che si occuperà d’intercettare i circuiti internazionali del turismo ma già molti operatori della filiera, dalle cantine agli operatori turistici, si sono associati consapevoli delle bellezze ambientali, architettoniche, archeologiche e culturali del nostro territorio.” Questo risultato pare essere solo l’inizio di un fruttuoso cammino, reso possibile dalla sinergia di enti politici, agricoltori, imprenditori e operatori turistici del territorio. Un territorio che verte attorno al Mar Mediterraneo, un mare tanto prezioso quanto delicato. “Per questo occorre combattere affinché vengano proibite le trivellazioni nei suoi fondali”, ammonisce Giulia Adamo chiudendo con un applauso il suo intervento e aprendo il sipario sui festeggiamenti di Marsala.

BOX
Le grandi cantine che hanno fatto la storia del vino
La fortuna del Marsala inizia nel Settecento con gli inglesi che, approdati sulla costa occidentale della Sicilia, cominciano ad esportare l’eccellente vino locale aggiungendo quel tocco d’alcol necessario alla conservazione. La sua storia prosegue gloriosa grazie alla passione di generazioni di famiglie che hanno saputo interpretare il territorio con ingegno e rispetto. Qui le cantine, gli antichi bagli o feudi ristrutturati, non sono semplicemente luoghi di produzione e conservazione ma veri e propri musei dove, insieme a un prodotto di nicchia, si tramanda un’esperienza ineguagliabile. Entrare in questi luoghi significa sorseggiare i profumi del tempo e mescolare il piacere dei sensi a quello della memoria.

Se la Sicilia fosse donna avrebbe certamente il sorriso di José che, insieme al fratello Antonio, tramanda con passione l’avventura iniziata della grande famiglia Rallo. Avventura che prende il via nel 1983 con le storiche cantine di Marsala e con le vigne di Contessa Entellina, nella Sicilia occidentale. Poco dopo, Donnafugata approda anche a Pantelleria e oggi l’Azienda conta in tutto 338 ettari di vigneto. Il nome Donnafugata letteralmente significa “donna in fuga”, alludendo alla regina Maria Carolina moglie di Ferdinando IV di Borbone che nei primi dell’800 fuggì da Napoli e dalle truppe napoleoniche per rifugiarsi proprio qui, dove sorge l’Azienda. L’effige della testa di donna con i capelli al vento, logo dell’Azienda, evoca l’immagine della Regina. Ma sono altre le immagini che parlano al cuore visitando questo luogo e sono rappresentate dalle fotografie di famiglia collocate nel cortile e all’interno delle cantine accanto alle botti. Insieme al profumo dell’uva e del legno qui si respira la straordinaria solidarietà di una famiglia che ha fatto dei propri legami affettivi la chiave del successo. Donnafugata propone visite guidate, degustazioni professionali e originali esperienze multisensoriali che sposano vino e musica. Da non perdere gli appuntamenti di Cantine Aperte l’ultima domenica di maggio a Marsala, Calici di Stelle il 10 agosto con la vendemmia notturna di Contessa Entellina e San Martino a novembre per celebrare la vendemmia nelle cantine marsalesi.

La Florio è una delle cantine storiche siciliane, nata nel 1883 con Vincenzo Florio e oggi simbolo della sicilianità nel mondo. Si estende su 20.000 mq ed è tra queste pareti in tufo che il tempo affina i 5.000.000 di litri di vino Marsala contenuti in fusti di rovere di Slavonia. Visitare queste Cantine significa fare un tuffo in una terra gloriosa, passando attraverso luoghi che ospitarono personaggi illustri come Giuseppe Garibaldi ma significa anche entrare in un mondo artigianale sofisticato. Lo storico Baglio affacciato sul mare accoglie il visitatore con i suoi rigogliosi giardini mediterranei ricchi di profumi e colori. Il viaggio prosegue nelle Cantine che custodiscono nelle storiche botti i pregiati vini Florio. Un microcosmo da scoprire grazie anche alla nuova Sala di Degustazione Donna Franca Florio: un ambiente raffinato che offre al visitatore una suggestione unica attraverso i profumi e i sapori dei vini Florio da assaporare in riverente decantazione.

Cantine Pellegrino http://www.carlopellegrino.it/
L’Azienda nasce nel 1880 dal sogno di Paolo Pellegrino. Tenacia e passione si tramandano di generazione in generazione e l’Azienda cresce florida trainata dall’insostituibile presenza femminile. E’ inscindibile la vita dell’impresa da quella della famiglia Pellegrino, che ha fatto della propria esistenza un marchio d’eccellenza. Il “futuro moderno” che sognava nonno Paolo è oggi presente: 30.000 mq. di superficie con una capacità di 120.000 hl. di vino marsala, un impero tuttora in espansione che mescola storia e innovazione. Storia testimoniata dalla collezione di carretti siciliani esposti nella Cantina insieme ai calchi in gesso di un’antica nave punica e all’archivio Whitaker, contenente la corrispondenza commerciale tra Sicilia e estero dal 1814 al 1928. Il piacere di esplorare la storia si corona una saporita cena all’interno delle Torri: due grandi silos del 1950 che oltre al ristorante con vista panoramica sulle Egadi ospitano una sala riunioni, una cucina e una sala di degustazione per soddisfare le esigenze dei più fini intenditori.

L’Azienda vanta una tradizione secolare vocata alla viticoltura. Le famiglie Cottone e Laudicina hanno investito passione ed esperienza nella terra, trasformando i vecchi poderi in una modernissima struttura vitivinicola multivarietale. “U vecchiu Bagghio” ristrutturato è così rinato in una Cantina tecnologicamente avanzata, adagiata sulle colline più alte dell’Agro Marsalese raggiungibili percorrendo la Strada dei Bagli. Oggi Baglio Oro, grazie all’intraprendenza e alla forza di carattere di Don Pino, Michele e Francesco, si offre al mercato con i suoi primi preziosi frutti in bottiglia, rossi e bianchi. Prodotti di qualità che non tradiscono il passato pur rispettando le più moderne tecnologie. Ed è lo stesso Baglio Oro, all’interno del suo Museo dell’Arte Contadina, a ricordare ai visitatori l’importanza delle tradizioni, insieme alla fatica e al coraggio indispensabili per raggiungere traguardi di successo come questo. 

La storia del Baglio Donna Franca è indissolubilmente legata al nome di Franca Florio, fascinosa gentildonna palermitana ed esponente della Belle Epoque siciliana tra la fine del XIX e il XX secolo. La sua figura statuaria, i profondi occhi grigi e il sorriso smagliante si univano a una straordinaria carica di seduzione e intelligenza, tanto che nella ascesa di Casa Florio ebbe un ruolo strategico insieme al marito Ignazio. Visitare le Cantine significa ripercorrere la storia di questo meraviglioso angolo di terra e il benvenuto è dato proprio da una raffigurazione della bella Franca all’interno del cortile che anticipa le Cantine vere e proprie. Qui non solo si ha la possibilità di avventurarsi in un interessante percorso enogastronomico ma si può anche soggiornare apprezzando la quiete profumata del luogo. Il relais Baglio Donna Franca propone 14 camere e 1 suite, affacciate su un rigoglioso giardino con piscina. Infine il ristorante “Seccu d’oru” propone menù turistici e menù-degustazione nella più tipica tradizione siciliana, sposalizio perfetto con i vini pregiati della Cantina. 

BOX

LE BUONE SOSTE
Dove dormire:
Sorge nel cuore di Marsala, accanto all’omonimo Monastero. Recentemente ristrutturato in perfetta armonia con lo stile architettonico della città, l’hotel è una bomboniera accogliente e raffinata. Il piacere di un soggiorno all’insegna della quiete e del silenzio si mescola alla vitalità del centro della città.
Dove mangiare:
Le Lumie svetta in contrada Fontanelle. Premio Slowfood 2012, è il luogo ideale dove poter gustare piatti della tradizione locale rivisitati dalla creatività dello chef Emanuele Russo. La cantina di vini riflette la straordinaria varietà dei prodotti autoctoni e biodinamici con particolare attenzione al marsala e ai distillati.

Il caldo abbraccio marsalese



MARSALA, CITTA’ EUROPEA DEL VINO 2013
Il caldo abbraccio marsalese: storia, arte, natura e sapori in un viaggio ebbro d’emozioni

Non solo “marsala”
Cullata tra le colline e il mare, Marsala rappresenta una meta turistica seducente che non si limita all’omonimo nettare liquoroso. Le origini fenicie s’intrecciano a dominanze gotiche, romane, arabe, normanne, sveve e spagnole: linguaggi differenti che attraverso l’architettura e l’arte infondono alla città una passionalità che conquista.
Il Museo di Baglio Anselmi, il Parco Archeologico, Porta Garibaldi, Piazza Loggia, il Convento del Carmine, il Museo degli arazzi e le stradine del Cassero rappresentano il primo volto di una città che invita alla  meditazione del tempo che fu. L’altro volto è quello di un presente effervescente e dinamico: il mercato, i winebar, i ristorantini e i teatri Sollima e Impero, attimi di svago al ritmo della storia. Infine, il terzo volto di Marsala, quello della natura. Immense distese di vigne e ulivi ondeggiano fino allo Stagnone, la Riserva marina naturale, che con i suoi mulini a vento sembra riprodurre immutata una tradizione tanto affascinante quanto preziosa, quella dell’estrazione del sale. Di fronte, Mozia e le Egadi completano questo palcoscenico di suggestive sfumature, teatro naturale apprezzato anche da velisti e kitesurfisti. Le note di un territorio così variegato s’accordano infine sul tema più godibile: l’enogastronomia espressa attraverso l’ospitalità degli hotel, dei bagli e del caldo abbraccio marsalese.

Recevin e la Città del Vino 2013
La Rete Europea delle Città del Vino (Recevin) ha assegnato a Marsala il titolo di Città europea del Vino 2013, ereditando il titolo da Palmela in Portogallo. Un motivo d’orgoglio in più, celebrato ufficialmente il 16 marzo e proiettato in un susseguirsi di eventi culturali, sportivi ed enogastronomici fino a dicembre. Il programma è stato presentato dalle maestranze della Città al Teatro Impero, con un concerto del tenore Cristian Ricci seguito dall’inaugurazione del nuovo giardino di Piazza Vittoria. I giochi d’artificio son stati il preludio di una stagione importante per Marsala, portavoce dell’identità della Cultura Mediterranea. Il vino, infatti, è molto più di un prodotto prezioso per la tavola. E’ soprattutto un linguaggio che unisce nazioni e popoli, rafforzando l’identità territoriale anche attraverso l’amicizia con l’estero. Come sottolinea il sindaco Giulia Adamo riprendendo Tucidide “I popoli del Mediterraneo cominciarono a uscire dalla barbarie quando impararono a coltivare la vite e l’ulivo.” “Sono certa – prosegue – che la Sicilia e l’Italia avranno positive ricadute economiche e d’immagine dal riconoscimento assegnato a Marsala. A breve nascerà anche il consorzio pubblico-privato che si occuperà d’intercettare i circuiti internazionali del turismo ma già molti operatori della filiera si sono associati consapevoli delle bellezze ambientali, architettoniche, archeologiche e culturali del nostro territorio.”  

BOX
Le cantine o “bagli”
Cantine Pellegrino http://www.carlopellegrino.it/
L’Azienda nasce nel 1880 dal sogno di Paolo Pellegrino. Tenacia e passione si tramandano di generazione in generazione e l’Azienda cresce florida trainata dall’insostituibile presenza femminile. Il “futuro moderno” che sognava nonno Paolo è oggi presente: 30.000 mq. di superficie con una capacità di 120.000 hl. di vino marsala, un impero tuttora in espansione che mescola storia e innovazione. Storia testimoniata dalla collezione di carretti siciliani esposti nella Cantina insieme ai calchi in gesso di un’antica nave punica e all’archivio Whitaker, contenente la corrispondenza commerciale tra Sicilia e estero dal 1814 al 1928. Il piacere di esplorare la storia si corona una saporita cena all’interno delle Torri: due grandi silos del 1950 che oltre al ristorante con vista panoramica sulle Egadi ospitano una sala riunioni, una cucina e una sala di degustazione per soddisfare le esigenze dei più fini intenditori.
La Florio è una delle cantine storiche siciliane, nata nel 1883 con Vincenzo Florio e oggi simbolo della sicilianità nel mondo. Si estende su 20.000 mq ed è tra queste pareti in tufo che il tempo affina i 5.000.000 di litri di vino Marsala contenuti in fusti di rovere di Slavonia. Lo storico Baglio affacciato sul mare accoglie il visitatore con i suoi rigogliosi giardini ricchi di profumi e colori. Il viaggio prosegue nelle Cantine, un microcosmo da scoprire grazie anche alla nuova Sala di Degustazione Donna Franca Florio: un ambiente raffinato che offre al visitatore una suggestione unica attraverso i profumi e i sapori dei vini Florio da assaporare in riverente decantazione.
Se la Sicilia fosse Donna avrebbe certamente il sorriso di José che, insieme al fratello Antonio, tramanda con passione l’avventura iniziata della famiglia Rallo. Avventura che prende il via nel 1983 con le storiche cantine di Marsala e con le vigne di Contessa Entellina, nella Sicilia occidentale. Poco dopo, Donnafugata approda anche a Pantelleria e oggi l’Azienda conta in tutto 338 ettari di vigneto. Donnafugata propone visite guidate, degustazioni professionali e originali esperienze multisensoriali che sposano vino e musica. Da non perdere gli appuntamenti di Cantine Aperte l’ultima domenica di maggio a Marsala, Calici di Stelle il 10 agosto con la vendemmia notturna di Contessa Entellina e San Martino a novembre per celebrare la vendemmia nelle cantine marsalesi.
L’Azienda vanta una tradizione secolare vocata alla viticoltura. Le famiglie Cottone e Laudicina hanno investito passione ed esperienza nella terra: “U vecchiu Bagghio” ristrutturato è rinato in una Cantina tecnologicamente avanzata, adagiata sulle colline più alte dell’Agro Marsalese raggiungibili percorrendo la Strada dei Bagli. Oggi Baglio Oro si offre al mercato con i suoi primi preziosi frutti in bottiglia, rossi e bianchi. Prodotti di qualità che non tradiscono il passato pur rispettando le più moderne tecnologie. Il Museo dell’Arte Contadina interno al Baglio racconta ai visitatori l’importanza delle tradizioni. 
La storia del Baglio Donna Franca è indissolubilmente legata al nome di Franca Florio, fascinosa gentildonna palermitana esponente della Belle Epoque siciliana tra la fine del XIX e il XX secolo. Il benvenuto è dato proprio da una raffigurazione della bella Franca all’interno del cortile che anticipa le Cantine vere e proprie. Qui non solo si ha la possibilità di avventurarsi in un interessante percorso enogastronomico ma si può anche soggiornare apprezzando la quiete profumata del luogo. Il relais Baglio Donna Franca propone 14 camere e 1 suite, affacciate su un giardino con piscina. Il ristorante “Seccu d’oru” offre menù turistici e menù-degustazione nella più tipica tradizione siciliana. 

Per chi sosta a Marsala
Dove dormire: Hotel Carmine http://www.hotelcarmine.it/
Sorge nel cuore di Marsala, accanto all’omonimo Monastero. Recentemente ristrutturato in armonia con lo stile architettonico della città, l’hotel è una bomboniera accogliente e raffinata. Il piacere di un soggiorno all’insegna della quiete e del silenzio si mescola alla vitalità del centro della città.
Dove mangiare: Ristorante Le Lumie http://www.ristorantelelumie.it/
Le Lumie svetta in contrada Fontanelle. Premio Slowfood 2012, è il luogo ideale dove gustare piatti della tradizione locale rivisitati dalla creatività dello chef Emanuele Russo. La cantina di vini riflette la varietà dei prodotti autoctoni e biodinamici con particolare attenzione al marsala e ai distillati.

lunedì 20 maggio 2013

sabato 11 maggio 2013

L'impotenza del potere



“Se un uomo di potere si riduce a pretendere servizi sessuali da una sua collaboratrice, dimostra ignobilmente tutta la sua misera, patetica, nauseante impotenza. 
Impotenza verso le Donne, verso la vita e soprattutto verso se stesso.
Ribellatevi, ribellatevi sempre Donne ai ricatti sessuali. Meglio perdere il lavoro piuttosto che il rispetto verso se stesse.”

mercoledì 8 maggio 2013

L'Arte d'Essere Donna



L'eterno femminino nell'Arte


“Donna non si nasce, si diventa”.
Così affermava Simone De Beauvoir ne “Il Secondo sesso”, opera destinata a mettere a nudo l’immagine della natura femminile e i suoi molteplici ruoli nella società borghese dagli anni Cinquanta in poi.
Ma cosa significa quest’affermazione tanto lapidaria quanto intuitivamente vera?
Creatrice per natura, la donna inventa se stessa sbocciando come un fiore i cui petali si colorano con le sfumature della sua linfa vitale. Fiorisce nella propria casa, nella propria famiglia prima come figlia poi come giovane consapevole spesso ribelle, e quindi come madre. Ma anche nella società, nel teatro culturale, come protagonista rivoluzionaria e conservatrice al tempo stesso di un ciclo vitale ineluttabile. Ogni epoca, attraverso la cultura e il linguaggio che le è proprio, partorisce di volta in volta una donna nuova, originale, frutto di radici e tradizioni ineliminabili ma anche di innovazioni e trasformazioni inevitabili.
La donna riassume in sé, quindi, una duplice natura: una esterna che si muove disinvolta nel presente proiettata verso il futuro e una interiore che respira nell’ombra traendo forza dal passato. Il dialogo tra queste due nature, combinato in migliaia di espressioni diverse, determina la personalità e la socialità di ogni creatura femminile. E’ il risultato di quella sfumatura e di quella fragranza che contraddistingue ogni fiore nell’immenso prato dell’universo.
La storia trabocca di donne che si sono realizzate nella propria interezza, mescolando sapientemente i toni di un’intricata natura in un’armoniosa sinfonia. Personaggi femminili che hanno saputo incarnare quell’eterno femminino tanto caro a Goethe. Faust, infatti, nel “Coro mistico” si rivolgeva all’anima umana definendola il femminile eterno che ci trae in alto.  Esiste qualcosa che ci attrae oltre la materia, oltre l’illusione: è la necessità di pensare, di porci delle domande. Questa facoltà, che probabilmente è presente solo nell’essere umano, che ci spinge a ricercare una soluzione per gli infiniti enigmi del mondo è una facoltà squisitamente femminile: è l’immaginazione.
E cosa meglio dell’arte è in grado di esprimere quest’eterno femminino creativo, fonte di conoscenza che ci trae in alto? Da sempre, in ogni sua sintesi simbolica e mitologica, l’arte traduce l’invisibile in visibile, il mistero in bellezza, il sogno in realtà e, con un linguaggio che trascende la razionalità, permette di cogliere in trasparenza ciò che si nasconde sotto il visibile attraverso la suggestione delle emozioni. La complessità è per definizione anche ambiguità, un’ambiguità che rappresenta l’essenza dell’arte poiché lascia spazio all’interpretazione, cioè al dialogo tra artista e fruitore. Come diceva Voltaire, del resto, “il segreto per diventare noiosi è dire tutto”. Di conseguenza, l’Essere donna non è mai noioso e quando si esprime attraverso la creatività svetta sulle cime del sublime, sia quale musa ispiratrice, sia quale artefice d’opere d’arte.
Le arti figurative, in special modo, essendo più intuitive di altre, ci aiutano a percepire le infinite sfumature del femminino declinato in diverse tipologie caratteriali a seconda dei panorami storici in cui sboccia. Tuttavia, sotto questi modelli epocali, sembrano ricorrere delle costanti sintetizzabili in alcuni archetipi psicologici dell’Essere donna.
Prendendo in prestito il termine “archetipo” dalla teoria psicoanalitica di Jung, è più facile afferrare l’intimo legame tra arte e psicologia femminile. Il concetto d’archetipo si riferisce a una rappresentazione mentale primaria, propria dell'inconscio collettivo, che si manifesta in simboli universali presenti in tutte le culture di ogni epoca storica. Attraverso l’arte, ovvero attraverso il linguaggio dei simboli e delle immagini, si entra direttamente in contatto con la psiche, quindi con le emozioni e i sentimenti. L’immaginazione è il processo che pone in dialogo l’inconscio con il conscio senza la necessità di ricorrere a un linguaggio razionale, ecco perché da sempre l’arte figurativa appartiene alla cultura della specie umana. E da sempre, l’archetipo di Madre - quello femminile per eccellenza - è ciò che permea quell’inconscio collettivo di cui Jung parla, come un magma sotterraneo che scorre nella carne di ognuno di noi. Attraverso l’arte, quest’archetipo diventa intuitivamente percepibile: l’Essere Donna si manifesta e si esprime attraverso simboli riconducibili a tutti. Uomini compresi, perché “tutto l’essere dell’uomo presuppone la donna: corporalmente e spiritualmente. Il suo sistema è a priori messo a fuoco sulla donna, così come nel mondo esistono l’acqua, la luce, l’aria, il sole …” e senza essere necessariamente junghiani risulta condivisibile quest’appassionata affermazione.  La storia dell’arte conferma, infatti, la concezione di Jung e lo dimostra sin dalle prime raffigurazioni artistiche risalenti ai nostri antenati del neolitico, in cui il maschile era del tutto assente o compariva tutt’al più come un piccolo insignificante uomo accanto a una madre potente e maestosa.
Ecco perché l’arte – quale narrazione della psiche – è lo specchio privilegiato del femminino.
L’artista moderno è ormai consapevole dell'interrelazione fra la propria opera, la propria storia e un inconscio sotteso che trascende il tempo. E’ un apriscatole psicologico, come si definiva Kokoschka – uno dei primi artisti moderni - che con quest’espressione ha interpretato bene lo spirito dei suoi contemporanei ma anche l’afflato originale con cui l’arte è nata insieme alla stessa civiltà umana.
Avvicinarsi a un’opera d’arte, dunque, permette di scostare il sottile velo dell’immaginario sulla realtà per avventurarsi alla scoperta di mondi lontani, di creature ignote e di abissi in parte inesplorati.
Primo tra tutti, l’Essere Donna.